9 febbraio giornata nazionale dei dolci fritti di Carnevale

31/012021
Frittelle crema 2

Il 9 febbraio è la giornata nazionale dei dolci fritti di Carnevale. Ecco una buona notizia per tutti i golosi che hanno una gran voglia di mangiare le croccanti chiacchiere e le soffici frittelle all'uvetta e le frittelle alla crema pasticcera della Pasticceria Tagliafico di Genova e non possono aspettare il Carnevale vero e proprio.

Le origini della festa dei dolci fritti di Carnevale

La data del 9 febbraio non è stata scelta a caso per celebrare i dolci carnevaleschi. Infatti questo mese nell’antica Roma era dedicato ai Saturnali, una festa che in un certo senso anticipava i moderni mascheramenti. La finzione non era rappresentata con dei costumi ma dalla possibilità concessa a schiavi e schiave in quelle circostanze di comportarsi da uomini e donne liberi.

Ma l’aspetto più importante di questa festa, almeno dal punto di vista dolciario, era la preparazione e la distribuzione al popolo delle frictilia, quelle che si possono considerare le antenate delle moderne chiacchiere. Le frictilia erano preparate con un semplice impasto di uova e farina fritto nello strutto. Questa ricetta nel corso del tempo non ha conosciuto grandi trasformazioni ma in compenso ogni regione e tanti comuni l’hanno ribattezzata con tanti nomi diversi.

Oggi in Italia esistono più di 40 tipi di chiacchiere. Fra le più famose possiamo citare:

  • cenci e donzelle in Toscana;
  • sfrappole in Emilia;
  • frappe nel Lazio;
  • lattughe in Lombardia;
  • crostoli in Trentino;
  • galani in Veneto;
  • bugie in Piemonte;
  • intrigoni a Reggio Emilia;
  • orilettas in Sardegna;
  • crostoli in Friuli.

Le chiacchiere, la pizza e la leggenda di Raffaele Esposito

Sai che le chiacchiere e la pizza hanno un legame inimmaginabile? Chi o cosa può unire il dolce fritto più rappresentativo del Carnevale con la specialità italiana più famosa del mondo?

La risposta è Raffaele Esposito, un cuoco napoletano vissuto nella seconda metà del XIX secolo.

Una nota leggenda attribuisce a Esposito l’invenzione della pizza nel 1889. Oggi sappiamo che questo piatto era conosciuto e diffuso a Napoli molto prima di quell’anno. Ma a lui dobbiamo attribuire comunque il merito di averlo presentato nella sua versione più semplice, quella con mozzarella, pomodoro e basilico, a Re Umberto I e a sua moglie Margherita. La Regina espresse il suo apprezzamento con una lettera ufficiale che diede l’avvio alla promozione del ristorante di Esposito, ribattezzato Pizzeria Brandi, e a quella campagna di marketing che ha fatto della pizza uno dei cibi più mangiati nel mondo.

Ma l’inventiva del cuoco partenopeo sarebbe andata oltre. Secondo un altro mito Esposito era stato nominato pasticciere di corte di casa Savoia quando la Regina Margherita gli commissionò un nuovo dolce da offrire ai suoi ospiti. Il cuoco si ricordò della ricetta delle frictilia e pensò di renderla più gradevole aggiungendo zucchero, limone, rum e aromi di vaniglia e facendo friggere l’impasto nell’olio extravergine di oliva anziché nel grasso di maiale. Alla sovrana piacquero subito queste sfoglie leggere e delicate. Quando chiese come si chiamassero Esposito, ispirato dal fitto vociare dei presenti, rispose prontamente chiacchiere.

E’ probabile che la realtà sia un’altra. Ma sappiamo tutti che quando la realtà si scontra con la leggenda è sempre quest’ultima che trionfa.